Il Professor Alberto Banfi, Professore ordinario di economia degli intermediari finanziari nell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, affronta l’argomento delle soft skills.

Per “soft skills” si intendono le competenze trasversali, cioè le competenze che ciascuno di noi deve avere che ha maturato indipendentemente da un aspetto specifico particolare. Infatti le competenze trasversali, soft skills, si contrappongono alle cosiddette “hard skills”, che sono le competenze tecniche. Quando svolge un lavoro, infatti, una persona deve avere delle competenze tecniche, molto importanti, che qualificano il suo lavoro, che sia un falegname, o un medico, un docente universitario ecc. Quindi ciascun soggetto ha bisogno delle competenze tecniche forti, le hard skills, però deve disporre anche di queste competenze trasversali, che sono altrettanto importanti. Tra queste vi è ad esempio la conoscenza di una lingua, o di più lingue, che è una competenza che va al di là delle hard skills; oppure anche la capacità di dialogare con le persone, la capacità di gestire il tempo in cui fare le cose: sono tutti elementi che in un certo senso vanno a qualificare meglio quelle che sono le competenze tecniche.

E quando sono utili per i giovani? Ad esempio il caso classico è un colloquio di lavoro, perché in un colloquio di lavoro uno deve dimostrare le proprie competenze tecniche, ma chi fa il colloquio cerca di capire come la persona reagisce, cerca di capire se parla la lingua, se sa parlare bene, se sa presentarsi bene… questi sono degli elementi assolutamente fondamentali.

E come si acquisiscono queste competenze? Alcune, come le lingue, viaggiando, studiando eccetera, ma altre competenze, come stare insieme alle persone, si acquisiscono ad esempio facendo cose che pure possono sembrare banali: una persona magari fa l’allenatore di calcio, un’altra si dedica ad attività di volontariato ecc. Queste attività vengono valutate quando si fanno i colloqui di lavoro, perché significa che la persona che si ha davanti sa stare in mezzo alla gente, è in grado di gestire un gruppo più o meno complesso, e quindi, probabilmente, inserita nel mondo del lavoro è qualcuno che si adatta meglio rispetto agli altri.

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Young Factor

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