Il Professor Carlo Enrico Speroni approfondisce il tema della digitalizzazione.

La digitalizzazione è il motore della funzionalità dello Stato. Oggi in Italia ci sono delle aree che sono delle eccellenze nella pubblica amministrazione, mentre altre sono molto carenti. Lente, arretrate. La digitalizzazione darebbe un grande impulso ad esempio nelle gare di appalto, per verificare ad esempio che le aziende che partecipano a quella gara non siano implicate in affari di mafia, per evitare appalti, subappalti ecc.

La pubblica amministrazione è un ambiente vastissimo con moltissime attività, è di fatto molto ampia: include le forze dell’ordine come i carabinieri, la polizia, inoltre include alcuni ambiti della sanità, e poi c’è la pubblica amministrazione amministrativa, che regola tutte le tematiche amministrative del paese, delle regioni, dei comuni (i divieti, le concessioni ecc.). Occorre aggiungere che la pubblica amministrazione dà lavoro a circa 4 milioni di persone, ed è di fatto il primo datore di lavoro, come del resto accade nel resto d’Europa.

Anche nel settore della giustizia, sulla spinta dell’Europa, l’Italia deve progredire in quanto a digitalizzazione su tutto il sistema: nel nostro paese esiste infatti una giustizia molto preparata, ma i tempi logistico-amministrativi sono molto lunghi e questo ha diverse ripercussioni, come la prescrizione, la lunghezza dei processi ecc. Occorre dunque una migliore struttura, quindi una maggiore digitalizzazione, per snellire il flusso e renderlo più efficiente. Ad esempio si potrebbero evitare perdite di faldoni nei giudizi, ecc.; anche perché la questione dei processi è un tema importante rispetto alla popolazione che si comporta correttamente e che non capisce perché certi delitti vanno a finire in prescrizione: la prescrizione è causata dalla lentezza della macchina burocratica.

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Young Factor

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